21 Dicembre 2024 – ore 10.20
YULE, il Solstizio d’Inverno
La Festa della Luce e la ri-nascita del Sole bambino
Celebrare le Feste stagionali è il modo più semplice per fluire in sintonia con i Cicli della Vita e sentirsi interconnessioni al Cielo e alla Terra. Ognuno può celebrarlo seguendo il flusso del suo cuore, da solo o con gli amici, quello che importa è l’Intento.
Solstizio d’Inverno – La notte più lunga
Nell’eterna carola dei Cicli, i giorni si fanno sempre più corti e la notte stende il suo velo su ogni cosa, accompagnando la Natura al sonno e alla morte. Tutto sembra sospendersi in uno spazio senza tempo.
L’entrata del Sole nel Capricorno apre la Porta dell’Inverno situata nei Cieli… un Portale da cui discende in Terra il potere / Luce di vita che feconderà il nuovo anno.
Piccolo gesto
Accendi una candela per onorare l’entrata del Sole in Capricorno e il Solstizio d’Inverno, onorando la Luce nascente nel grembo dell’oscurità e la Dea che si prepara a partorire il Bambino divino. È la Notte più lunga dell’anno… il vento gelido soffia ovunque e, come una ninna nanna, accompagna al sonno e alla morte simbolica.

Questo è il tempo in cui la Natura si ripiega in se stessa, nel silenzio e nel riposo, preparandosi ad un nuovo ciclo.
Quando l’oscurità trionfa, inizia la sua trasformazione in nuova Luce.
Come lo Yin che volge lentamente allo Yang quando arriva alla sua massima espansione, così la benevolenza divina vuole che, proprio all’inizio dell’Inverno, il Sole inizi lentamente la sua ascesa… così che l’umanità e la Natura vivano la Speranza del Nuovo Inizio che verrà.
Durante il Solstizio d’Inverno si celebra la rinascita della Luce dall’Oscurità.
Oscurità e Luce danzano nell’Universo per ricordarci che la Vita si fonda su un Tempo ciclico e un eterno ritorno.
Storia
E’ una festa celebrata dalla notte dei tempi, in tutto il mondo. Nell’Europa antica (Stonehenge, Francia, Irlanda e Italia) era festeggiata come il Sol Invictus (Invincibile), che rinasce a nuova vita. Questa antica tradizione pagana venne successivamente trasformata, dal papa Giulio I con il Natale, la nascita del bambino Gesù, il Figlio di Dio e simbolo vivente di tutto ciò che possiamo diventare.

In questo giorno erano celebrati, come incarnazione del Sole, il Dio Mitra (la nascita di Gesù ricalca quasi completamente la sua), il babilonese Shamash e Tammuz nato dalla Vergine Ishtar.
Nel 272 d.C. Aureliano fece trasferire a Roma i Sacerdoti del Sol Invictus in un Tempio, sulle pendici del Colle Quirinale, creando il corpo dei Pontefices Solis Invicti (Giorno di nascita del Sole Invitto) che si trasformò nei Saturnali, una grande festa che durava dal 17 al 23/25 dicembre. Durante l’ultimo giorno vi era lo scambio dei doni, da cui sembra derivare probabilmente la tradizione dei regali di Natale.
Lo Yule
La festa europea più antica e conosciuta è quella celtica, chiamata Yule o Farlas, che deriva forse dal norreno Hjól (“ruota”), con riferimento al fatto che, nel Solstizio d’Inverno, la “Ruota dell’anno si trova al suo estremo inferiore e inizia a risalire”.
Il vecchio Sole / Anno muore e il nuovo nasce… una festa di trasformazione e rinascita.
Il Sole bambino, il figlio della Speranza, sarà partorito dalla Signora della Notte e del Gelo.
Presso i celti le donne attendevano, avvolte dall’oscurità, che arrivassero gli uomini con le candele per accendere il fuoco… così da poter festeggiare tutti insieme la Luce nascente, intorno al fuoco.
Nei paesi nordici iniziava il 13 dicembre, giorno ora dedicato a Santa Lucia, per finire il 25, mentre presso i Celti iniziava 12 giorni prima del Solstizio.
Ai grandi falò si preferiva la luce tenue del caminetto o delle candele, delle lanterne e delle lucine che meglio incarnavano la flebile Luce nascente, che bisogna custodire e nutrire.
La fiamma incarna il Figlio della Luce,
il bambino divino che dorme nel nostro Cuore in attesa di essere risvegliato e nutrito.
Nel corso del tempo la celebrazione di Yule venne adattata al cristianesimo e trasformata nel Natale.
La tradizione ci dona diversi rituali… gioca con quello

Il fuoco della Purificazione
Lasciati abbracciare dal silenzioso freddo… poi accendi una candela e chiedi alla Luce di manifestarsi.
Osserva la Fiamma e lasciati penetrare dalla sua vibrante energia…
sfiora la fiamma con le tue mani e portale sulla testa, in segno di benedizione per 3 volte.
Quando ti senti connesso alla sua potenza, chiama a te la Luce, sentila crescere nel tuo cuore… respira la sua energia e, quando il tuo cuore è colmo di gratitudine, gioia e felicità, proiettala in tutte le direzioni.
Vedi emergere dal tuo cuore un raggio d’amore che illumina tutto, purificando ogni anfratto della Grande Vita…
Che tutto abbia nuovamente inizio con un pò di consapevolezza e amore in più…
Donare al Fuoco ciò che non ci serve più
Se senti che il passato ti zavorra, puoi fare questo piccolo atto magico.
Siedi in silenzio e respira. Ascolta il tuo corpo e le tue emozioni…
Evoca gli avvenimenti dell’ultimo anno… lascia che i ricordi scorrano veloci e ringrazia tutto quello che hai vissuto. Con cuore puro e sincero, visualizza e scrivi in un foglio ciò che vuoi lasciar andare… ciò che ha finito il suo scopo. Poi dona il foglio alle fiamme, affinché bruciando il passato, possano purificare l’anima da attaccamenti, dolori e paure.
Lascia che l’Alchimia abbia luogo, mettendo a nudo la tua Anima… espira e lascia andare tutto e volta le spalle al passato per rivolgerti verso il tuo futuro. Quando ti senti pronto, ringrazia e accogli il nuovo Sole.
Chiedi alla Luce di benedire la tua ri-nascita.

Ramo dello Yule
Ecco un’altra tradizione pagana che si è poi trasformata nell’Abete di Natale. La preparazione del Ramo dello Yule è un atto sacro che lo trasforma nell’Albero del Mondo, la Sorgente della vita. Adornarlo era un auspicio di prosperità e abbondanza.
Organizza una passeggiata in mezzo alla Natura e chiedi agli Spiriti del luogo di donarti il Sacro Ramo (9 gg prima sarebbe ottimo, ma ogni momento sarà quello giusto). Mentre cammini guardati intorno e apri il tuo cuore, permettendo al ramo di trovarti. Quando lo avrai trovato, ricordati di ringrazia il bosco di avertelo donato e lascia qualcosa in cambio (farina, pane ecc.).
Ora che lo hai trovato portalo a casa, puliscilo con amore e avvolgilo in un panno bianco, fino al momento in cui potrai dedicarti alla sua consacrazione, decorandolo: respira e, seguendo il tuo cuore, inizia a ornarlo come meglio desideri dipingendolo o con palline, fiori (simbolo della Vita primaverile) e luci, simbolo di protezione per la Luce nascente.
I desideri
I desideri sono la decorazione più importante: scrivi su dei foglietti i tuoi desideri e invita anche i tuoi cari a farlo, poi avvolgili e legali al ramo con un nastro. Continua a metterli fino al giorno del Solstizio, quando verrà bruciato affinché i desideri, trasmutati in etere, possano salire ai Cieli per essere realizzati. Essi incarnano la Fede e la Speranza unita alla consapevolezza che siamo amati e che le energie divine sono sempre accanto a me.
I desideri sono i Sogni che ci portano alla felicità, una felicità che ogni creatura merita.
Scrivili in modo semplice e chiaro, in forma positiva, iniziando con “Desidero…”
Ricorda di farne uno anche per Madre Terra, uno per chi ami e uno per te stesso. Dopo averlo preparato puoi pronunciare queste parole:
“I miei sogni al Ramo ho consegnato, con cuore sincero
Possa la divina Luce esaudirli”
Ceppo dello Yule
Nella notte si bruciava un grosso ceppo che doveva restare acceso per tutti i 12 giorni. Una sua scheggia veniva poi conservata per accendere il fuoco nell’anno seguente. Questa tradizione è oggi il “tronchetto di natale”.
Nelle gelide notti invernali i nordici bruciavano, invece, un grosso tronco durante il Solstizio. L’intera comunità si riuniva per l’accensione del ciocco addobbato e benedetto che veniva dato alle fiamme… il suo calore allontanava le tenebre e il freddo, infondendo speranza e coraggio ai cuori. Il grosso tronco veniva decorato con rametti di varie piante, legate con un nastro rosso: il tasso (morte dell’anno calante), l’agrifoglio (anno calante stesso), l’edera (la pianta del dio solstiziale) e la betulla (l’albero delle nascite e dei nuovi inizi).
Si accendeva il fuoco, meglio con il tizzone dell’anno precedente, mentre si pronunciava la seguente frase
“Come il vecchio ciocco è consumato, così lo sia anche l’anno vecchio”
Quando il ciocco si infiamma e arde:
“Come il nuovo ciocco è acceso, così inizi il nuovo anno”.
La sua Luce sosteneva e attirava quella del Sole Nascente.
Accogliamo i sogni dei giorni futuri, le speranze e la preghiere dicendo:
“Benvenuta Luce del nuovo Sole”
Arriva poi il momento più gradito: quello della condivisione del cibo.
Vin brulè, sidro o birra si accompagnavano ai dolcetti, alla frutta secca, alle mele e alle pere, ricordandoci di donare una parte a Madre Terra. Le ceneri di questo fuoco sono sante e venivano disperse nei campi e nei giardini come “semi della speranza” o usati per purificare l’acqua dei pozzi o come talismano.
Alle fine ogni abitante portava a casa un tizzone benedetto e lo portava a casa per riaccendere il nuovo fuoco.
Invocazione per Yule
Freddo e buio,
la terra giace dormiente,
Io mi ritiro in Essa e attendo il ritorno del re Sole,
e con esso, della vita.
Nelle profondità della Terra ghiacciata,
il cuore della Dea Madre attende
il momento giusto per tornare a battere.

Regina del Cielo
Regina del Sole, Regina della Luna
Regina dei fuochi…
portaci il Figlio della Promessa.
E’ la Grande Madre che Lo crea
E’ il Signore della Vita che è nato di nuovo!
L’oscurità e la tristezza vengono messe da parte,
quando il Sole si leva di nuovo!
Sole dorato, delle colline e dei campi,
illumina la Terra, illumina i cieli,
illumina le acque, accendi i fuochi!!
Questo è il compleanno del Sole,
io che son morto, oggi son di nuovo vivo.
Il Sole bambino, il Re nato in inverno!(canto tradizionale tratto da “La danza a spirale” di Starhawk)
Il vischio
Il vischio è la pianta sacra allo Yule che i sacerdoti o druidi raccoglievano. La pianta sacra cresce senza radici su un albero, veniva tagliato con un falcetto d’oro e messo in una coppella dorata, piena d’acqua. Così veniva mostrato al popolo adorante durante il momento culminante del Rito
Il vischio, “Colui che trionfa su tutto (la morte invernale)”, immerso nell’acqua, la caricava di Luce pranica, trasformandola in “acqua di guarigione”, che poi veniva distribuita per guarire i malati.
Era considerato un simbolo di fertilità vista la somiglianza tra lo sperma e il succo delle sue bacche e rappresenta la potenza dei cieli (folgore) che scende verso la Terra per fecondarla nel momento dell’incarnazione, l’ingresso ne tempo. Il vischio di Quercia (simbolo di eternità), narra Plinio il Vecchio, era il vischio per eccellenza simbolo di rinascita ed eternità. Lo si appendeva tradizionalmente all’ingresso dell’abitazione e “porta bene” baciarsi sotto.
La Missione che la nostra umanità è chiamata ad agire
Il Solstizio inizia con l’ingresso del Sole in Capricorno, alle 10.20, e questo è il momento in cui si fotografa il cielo. Sei pianeti (Venere – Marte R – Giove R – Saturno – Urano – Nettuno R) si trovano sotto l’orizzonte invitandoci ad un profondo viaggio interiore, per radicare la Luce della consapevolezza alla Terra.
Sole in Capricorno
Il Sole, dopo averci invitato, come umanità, ad arricchire la nostra Mente Superiore (Sagittario), stimolando la nostra ricerca spirituale e un sistema di convinzioni in armonia con le leggi naturali e i principi dell’Universo, entra in Capricorno dando inizio alla stagione invernale.
Ora siamo invitati a creare una struttura interiore in cui radicare e portare nella realtà esterna (Archetipo di Terra) con praticità ed essenzialità, quanto abbiamo elaborato. Tutto quanto poteva essere raggiunto è ormai a compimento, e la nuova vita è un germe protetto nel buio della Terra / Coscienza.
È la fase della spoliazione, del silenzio, della concentrazione, della responsabilità di un nuovo concepimento che avviene nel gelo invernale.
Nel Kali Yuga, il Capricorno da Segno Femminile di Radicamento alla Terra e di spiritualizzazione della 3D, si è trasformato nella culla dell’ideologia Patriarcale divenendo il promotore degli schemi di condizionamento culturale, basati sulla violenza fisica, il controllo, la repressione, la paura e la soppressione delle nostre emozioni naturali. Proprio in questo Segno (in cui sono nati gli Avatar destinati a illuminare il percorso dell’umanità) si sta manifestando il passaggio all’Età dell’Acquario, che ci traghettati fuori da questa zona di dolore, quando il 19 Novembre 2024 quando Plutone é uscito definitivamente dal Capricorno per entrare in Acquario.
Il Capricorno simboleggia il bisogno di far sentire la propria voce nella società, la voce che proviene dall’interno di se stessi, slegandosi dalla dipendenza e dal dominio vigente, accettando di assumersi la responsabilità delle proprie azioni e scelte: ecco perché è associato alla moralità e all’etica. Come umanità ci è chiesto di lavorare duramente (Forza di Volontà), per co-creare la Nuova Terra, apprendendo l’arte della pazienza, dell’autostima e del distacco.
L’immagine del Capricorno rappresenta una creatura mitologica, per metà capra e per metà pesce divenendo il simbolo dell’Ascesi verso le alte vette della Realizzazione umana. Potremo così contemporaneamente elevare e purificare profondamente le scorie dell’Inconscio personale e collettivo.
Siamo pronti a ritrovare il legame con Madre Terra, onorarla e rispettarla in ogni sua manifestazione? Siamo pronti a onorare il corpo come il Tempio della nostra Anima?
Mercurio in Sagittario in trigono con Marte R in Leone potrà ri-portare la violenza nella Comunicazione di massa e nel main-streaming, come tentativo di camminare le vecchie strade… usandolo nella sua forma redenta, però, ci aiuta ad essere un pò più distaccati, in modo da poter guardare con obiettività sia ai nostri attaccamenti di giudizio che le modalità delle nostre relazioni affettive e sociali. E’ il tempo della potatura anche in questi ambiti e questo è il momento per farlo.
Missione: usare la ragione e l’obiettività per costruirsi su una solida base e arginare la naturale propensione del Capricorno al pessimismo, alle qualità formali, alla manipolazione e alla riservatezza. Imparare a lasciarsi andare, mollando il ferreo autocontrollo che inibisce l’espressione delle proprie percezioni e dei propri sentimenti: smettiamo di concentrarci sui limiti e apriamoci all’infinito mondo delle “possibilità”.
Il Solstizio è pieno di buoni auspici per fare un altro passo, pratico e concreto, verso la Nuova Terra… ricorda che la meditazione ci aiuta a mantenere il contatto con la Rete, che aspetti? Scegli un modo per onorare questo momento e inizia un nuovo cammino.